La Garbatella è un quartiere unico a Roma per aver mantenuto l’assetto urbanistico previsto con la sua fondazione e sviluppo avvenuto tra il 1920 e il 1930. Per questo, ad oggi, non presenta molte opere di arte urbana.
Il 18 febbraio 1920 viene posta la pietra di fondazione della Borgata Giardino Concordia al cospetto di re Vittorio Emanuele III, realizzando il sogno di Paolo Orlando che prevedeva uno sviluppo industriale e marittimo della capitale d’Italia. Il quartiere, chiamato da sempre Garbatella, nasce originariamente per ospitare la classe operaia in un ambiente salubre e autosufficiente che segue i dettami de la “garden city”. Dopo pochi anni la borgata è scelta dall’ ICP (Istituto Case Popolari) come quartiere di espansione residenziale e, con i lavori di sbancamento del centro storico, diviene la borgata degli sfollati e dei baraccati.
Passeggiando tra i lotti storici non sembra di trovarsi a Roma, tra giardini, piazzette, sali e scendi, comignoli e stenditoi si vive un’esperienza unica, arricchita recentemente da alcune opere murali.
Nell’area vicino alla stazione metropolitana Garbatella ci si imbatte in C215, Alice Pasquini e la grande parete astratta di Sten & Lex su Via Caffaro. A Piazza Bartolomeo Romano, di fronte al Palladium e agli ex Bagni Pubblici (oggi hub culturale Moby Dick) Francesco Pogliaghi (Shemo) ha realizzato un ritratto memoriale di Enrico Mancini, morto alle Fosse Ardeatine. Molti gli interventi di street art sulle mura del CSOA La Strada e di Casetta Rossa (DetsHorore, Hogre, Shemo, JBRock, Ex Voto, Martoz giusto per citarne alcuni).
La quarta edizione di Muri Sicuri ha portato nel quartiere due opere straordinarie: Oh my darling Clementine del duo Solo–Diamond e Preghiera al tramonto di Gomez.